25.07.10 LUGLIO 2010 IL
PRINCIPE PRINCIPE
ROMANO 9 DICEMBRE 1924 - 11 GENNAIO 2005 Voglio iniziare la presentazione del personaggio di Luglio accennando ai titoli ed alle innumerevoli onorificenze, anche se lui non avrebbe condiviso. Avrebbe certo preferito una nomenclatura differente, sarebbe stato sicuramente più felice se lo avessi indicato come L’UOMO DADO RUSPOLI: UN VIGNANELLESE! Infatti è proprio questa la figura che vorrei tracciare di un’importante persona, che ha fatto conoscere, nel mondo, il nostro piccolo e caro paese. Parlare di Dado Ruspoli per ricordare la sua intensa vita mondana, la sua illustre genealogia, le sue arcinote avventure, il suo fascino ammaliatore, le sue avventure amorose, le sue buone o cattive scelte di vita, risulterebbe fin troppo facile: giornali, foto, cronaca rosa, gossip, debordano di fatti legati alle sue stravaganze, ai suoi eccessi, allo stile di vita, alla moda, al costume.
Di una cosa importantissima non si parla: Dado era, prima di
tutto, un uomo, un grande Uomo (con E’ questo il ricordo che ho dell’uomo Dado; è questo che voglio trasmettere del suo carattere, della sua disponibilità costante, delle sua gentilezza e della sua signorilità, che sapeva dimostrare in qualunque circostanza. La mia frequentazione è stata molto limitata e legata, soprattutto, a manifestazioni mirate alla pubblicizzazione del nostro paese e di ciò che esso riserva e conserva, ma fu sufficiente per rimanere ammaliato dai sui modi , dalla sua euforia per qualsiasi iniziativa, da quel caldo sorriso e dal quel suo intercalare melodico. Riuscivo a capire quante e quali emozioni riuscisse a suscitare la sua persona e confesso di essere e di essere stato un suo convinto ammiratore. In ogni caso una breve carrellata della vita mondana di Dado risulta doverosa; lo farò cercando di essere telegrafico anche se, considerato il personaggio, risulterà un compito particolarmente difficile, ma… desidero provarci.
Prima parte:
il principe e la mondanità Don Alessandro Galeazzo Maria Ruspoli nasce a Roma il 9.12.1924. Primogenito del Principe Francesco Maria V (1899 – 1989), tenente colonnello, poeta e combattente in entrambe le Guerre Mondiali, e di Donna Claudia Matarazzo dei Conti Matarazzo (1899 – 1935), erede di una delle più grandi fortune economiche brasiliane. Don Francesco e donna Claudia si sposarono a San Paolo del Brasile il 28.2.1924. Alessandro (Dado) rimane orfano della madre in tenerissima età (9 anni) e questo, credo, inciderà moltissimo sulla sua formazione adolescenziale e sulla sua personalità di uomo. Il padre Francesco sposerà, il 4.5.1946 in seconde nozze, Donna Maria Celeste Rossi dei Conti Rossi (1916 – 1997) che amò tantissimo Dado e suo fratello Sforza (Lillio) Marescotto Ruspoli. Educazione e formazione di Dado sono quelle della nobiltà romana, di cui i principi Ruspoli costituiscono elementi di spicco e di rilevante importanza. Il ceto dei Principi e Duchi Romani è ristretto alle sole famiglie riconosciute tali dalla Congregazione Araldica Capitolina nella seduta del 17 gennaio 1854 (solo quelle che avessero ricevuto questi titoli dal Romano Pontefice e che avessero in Roma il loro principale domicilio). Fra i Capi delle Famiglie principesche e ducali romane, individuate dalla Congregazione Araldica Capitolina il 17 gennaio 1854 e iscritte fra i nobili e patrizi romani in ottemperanza alla volontà espressa nel Chirografo del 2 Maggio 1853, compare anche il Principe Ruspoli. L’8 Dicembre 1947, Dado si unisce in matrimonio con Francesca Blanc dei Baroni Blanc (1929 – 1962) dalla quale divorzierà nel 1953. Questo matrimonio non avrà discendenti. Il 5 Maggio 1964, Dado sposa a Vignanello, in seconde nozze, Nancy di Girard de Charbonnieres (1939). Donna Nancy, nel 1967, darà alla luce Francesco, al quale spetterà la primogenitura. Anche questo matrimonio ebbe breve durata ed il divorzio si concretizzò nei primi anni settanta. Qualche anno più tardi nasce una relazione con Debra Berger (1957), figlia di William attore americano. Da questa relazione Dado avrà due figli: Tao nel 1975 (foto a fianco), attualmente affermato musicista-fotografo-produttore cinematografico, e Bartolomeo nel 1978. Entrambi vivono e lavorano in America , a Los Angeles. Il 20 Novembre 1993, Dado si sposa, per la terza volta, con la bellissima modella francese Theresa Patricia Genest, molto più giovane ma innamoratissima di Dado, al quale darà due figli: Melusina Mathilde nel 1994 e Alexandre Theodore (regalo di Dio) nel 1997 (foto sotto).
Bello, aristocratico ed eccentrico, Dado è stato il personaggio della Dolce Vita caprese: correvano gli anni ’60 ed un gesto di amore verso un povero corvo ferito, trovato casualmente in un campo da tennis, lo fece diventare un vezzoso nobile, imitato, più tardi, da Totò nel film “L’imperatore di Capri”. Molto giovane si avvicinò alla droga riuscendo a smettere su consiglio di Jaen Cocteau, di cui era grande estimatore ed amico fraterno. Con il tempo e la sua ostinata curiosità intellettuale diventò intimo di Dalì, di Picasso, di Curzio Malaparte, di Jean Genet, di Roman Polanski. Finanziò, a Parigi, i primi balletti di uno sconosciuto Roland Petit. Frequentava abitualmente la scandalosa pittrice Leonor Fini, il raffinato Balthus, prese lezioni di ipnotismo da Orson Welles ed ha avuto per l’intera vita grande interesse per la magia e per l’occulto. Dado è stato, da sempre, un convinto sostenitore della reincarnazione.
Fu buon amico di Giancarlo Menotti, Federico Fellini, Ugo
Tognazzi, Marcello Mastroioanni, Mario Schifano, Truman Capote, i
Rolling Stones. Quando si recava in Costa Azzurra condivideva le spese
per l’affitto di casa con Roger Vadim e Jane Fonda e alle
“spaghettate” dell’allegro trio non mancavano “Se Dado Ruspoli ha avuto una grandezza e certo l’ha avuta, è stato il suo essere l’opposto di ciò che nel jet set d’oggi certifica il successo: denaro, fama, spreco. Quando la fortuna avita scemò, con il fratello Lillio vendette il piano nobile di Palazzo Ruspoli, a Roma in Piazza Fontanella Borghese, dopo oltre due secoli di proprietà familiare, roba progettata dall’Ammannati ed affrescata da Jacopo Zucchi. Si ritirò nell’altana, con ironico e signorile distacco.
Quaranta anni fa si perse per mesi tra il Nepal, La mia personale impressione è che fosse alla costante ricerca di se stesso, alla scoperta di ciò che lo faceva sentire solo fra tante persone importanti, ma essenzialmente diverse dalla sua nobile semplicità interiore. Dado Ruspoli ebbe, inoltre, una buona popolarità in campo teatrale e cinematografico. Interpretò Andrea nel film “La casa del sorriso”, di Marco Ferreri, con Ingrid Thulin e premiato a Berlino con il Leone d’Argento; fu Prof. Reale nel film “Le Cronache del giovane Indiana Jones”; recitò in Teatro ne “Il giardino dei ciliegi” di Cecov; vestì i panni di Vanni nel film “Il Padrino: parte III” . La sua figura ricordava tantissimo un altro grande del cinema: Sir Christopher Lee, famosissimo conte Dracula degli anni cinquanta/sessanta, anch’egli nobile per parte di madre (Estelle Marie Carandini dei marchesi di Garzano) e anch’egli particolarmente appassionato dell’occulto. Le riprese effettuate dal figlio Tao (foto a fianco) in “Momenti con papà Dado", pubblicate in rete, confermano sempre di più le capacità artistiche di Dado: espressione, recitazione, disinvoltura e soprattutto la evidente trasparenza dell’amore per la vita, per la natura e per il ”suo Vignanello”. Tanto altro si potrebbe aggiungere a questo mio scarno riassunto di una vita intensa, sregolata e serena insieme, ambigua, come la metamorfosi che Dado subiva rientrando o partendo dal suo nido agreste, da quel grembo “materno” che tanto amava. Con il passare degli anni diventa sempre più assiduo frequentatore del “suo” Castello Ruspoli in Vignanello, che nel periodo estivo diventa domicilio abituale. Lo accompagna l’innamoratissima consorte Patricia, sempre cordialissima, e i suoi giovanissimi pargoli. Le cure dedicate al palazzo ed al magnifico giardino all’italiana, fecero rivivere, al maniero, gli antichi fasti. Con l’assiduo impegno delle nipoti, donna Claudia e donna Giada Ruspoli, figlie di Lillio, si dette nuovo impulso alle visite guidate al castello, al giardino, alla Cappella privata ed alle segrete. I locali del castello hanno ospitato, ed ospitano, serate di musica barocca, di congressi, di serate letterarie, di eventi musicali moderni e classici, di musica da camera, di lirica. Dado non aveva più le forze di un tempo e le nipoti, amorevoli, attribuivano la voglia di fare e la spinta alla realizzazione di tali iniziative allo zio, indicandolo come primo ed unico artefice: Dado era fiero ed orgoglioso di questo! Voleva festeggiare con un ricevimento i suoi ottanta anni ed avrebbe di certo gradito l’invito ad un’altra festa, quella che i vignanellesi volevano dedicargli il 9 Dicembre del 2004 e che non concretizzarono viste le sue precarie condizioni di salute. Alle ore 21 del 12 Gennaio 2005, Dado avrebbe voluto partecipare ad un grande evento per “sostenere l’arte della danza” allo spazio Etoile di fronte alla Basilica di San Lorenzo in Lucina. Al mattino del giorno 11 gennaio 2005 però, un appuntamento irrinunciabile modifica i suoi progetti: la morte lo coglie cosciente ed imperturbabile.
“Era malato da
tempo - sottolinea il principe Carlo Giovannelli - ma la sua morte
giunge comunque improvvisa. Un seduttore inguaribile, spesso sedotto da
donne bellissime. Aveva viaggiato per tutta la vita: Oriente, Brasile,
prediligeva Da qualche tempo respirava grazie ad una bombola di ossigeno che portava con sé: un estenuante enfisema ed un tumore al fegato scoperto da poco non gli avrebbero lasciato scampo. Alla vigilia del 12 gennaio si voleva annullare la festa i cui inviti, firmati da Dado, dalla moglie Patricia e da Anna Fendi erano stati già confermati. “Per favore, non cancellate nulla”, fu l’ultimo desiderio espresso dalla clinica Pio XI dove, di lì a poco, si sarebbe spento. La notizia rimbalzò immediata a Vignanello, una notizia che lasciò addolorati, sgomenti, quasi increduli. Alla sua morte, la rappresentatività ed il blasone della famiglia Ruspoli passa, con orgoglio e luttuosa tristezza, al nuovo Capo del casato: don Francesco Maria VI Ruspoli (1967), Principe Romano, 10° Principe di Cerveteri, 10° Marchese di Riano, 15° Conte di Vignanello, Patrizio Romano, Nobile di Viterbo e Nobile di Orvieto, Gran Maestro del Sacro Ospizio Apostolico. Francesco Maria VI Ruspoli vive e lavora a Londra. Finisce qui la prima parte del mio racconto, ma, vi assicuro, ho ancora tante cose da raccontare del personaggio Dado, cose meno importanti per la cronaca mondana, meno importanti per l’ufficialità, ma ben importanti e curiose per chi lo ama e lo stima. Continua…
Buone vacanze a tutti Vignanello, li 25.07.2010
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